Beccheggia ma non affonda la nave di Antonio Marras, che immagina una traversata transoceanica di altri tempi che è anche – e lo stilista sardo non lo nasconde – un’allegoria per parlare delle migrazioni dei nostri tempi.

Con l’augurio che il dramma cui assistiamo impotenti si risolva come il viaggio portato in passerella, con l’immaginario antenato John Marras che dalla Francia approda felice in America e festeggia ballando stile Ginger e Fred.

C’è sempre una storia dietro le collezioni del creativo di Alghero: questa volta l’ha scritta la moglie Patrizia, in un libretto che racconta le peripezie di Jean Marras, ribattezzato John nel soggiorno americano, miniaturista e viaggiatore che nel suo peregrinare riesce a ingravidare una bella fanciulla sarda, che si rifugia ad Alghero per dar vita a uno degli antenati dello stilista. John-Jean, invece, se ne va in America, ed è il suo viaggio che prorompe in passerella: come sul “Titanic” di De Gregori «La prima classe costa mille lire, la seconda cento, La terza dolore e spavento».

Ecco le ricche signore in trasferta con trench di raso rosso, abitini con stampa di garofani, giacche da smoking e gonne di tulle con ricami floreali, e i loro mariti con cappotti con collo in pelliccia. La sfilata viene interrotta dall’ingresso dei passeggeri di terza classe, con le giacche patchwork di tessuti maschili e ricami chiuse da corde, gonne di pizzo e plisse’.

L’arrivo in America è già integrazione, ed ecco le felpe con lettering e patchwork di ricami e pizzi, i bomber intarsiati, i cappellini da baseball in principe di Galles, i giacconi imbottiti chiusi da fiocchi couture. E poi il gran finale, a passo di musical, con la realizzazione del sogno americano, vestito di abiti da gran sera in tulle (Ansa)

 

Autore articolo originale: ANSA (Corriere della Sera)
Link articolo: www.corriere.it/foto-gallery/moda/sfilate/donna/18_febbraio_23/antonio-marras-sogno-americano-parlare-migrazione-57e02280-18b4-11e8-8324-71c107a2e9b6.shtml?refresh_ce-cp